Le origini della parola più pronunciata in una steakhouse: bistecca!
Si narra che a Firenze nel 1565 iniziò a tenersi una festa popolare per il giorno di San Lorenzo, il 10 Agosto. Era una festa di fuochi e falò, durante la quale venivano arrostite carni da distribuire al popolo proprio davanti la Basilica di San Lorenzo.
Firenze all’epoca dei Medici era un importante crocevia dove si potevano incontrare viaggiatori provenienti da ogni dove; si narra infatti che tra la gente che partecipava alla suddetta festa c’era anche un gruppo di mercanti inglesi. Ai tempi, infatti, il commercio tar la Toscana e l’Inghilterra era molto fiorente.
Gli inglesi, sentendo quell’odore straordinario di carne arrosto che si diffondeva nell’aria cominciarono a fare un gran baccano, urlando di continuo “Beefsteak please, beefsteak”.
Pare, dunque, che questo grido sia stato poi italianizzato dai fiorentini, così da riferirsi a quel tipo di carni che fino a quel momento erano chiamate “carbonate”, appunto perché cotte su una griglia che poggiava sui carboni.
Il primo a parlare in Italia del significato e della provenienza della parola bistecca fu l’esperto culinario Pellegrino Artusi che nel suo scritto “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” così definisce il taglio della bistecca: “Bistecca alla fiorentina. Da beef-steak, parola inglese che vale costola di bue, è derivato il nome della nostra bistecca, la quale non è altro che una braciuola col suo osso, grossa un dito o un dito e mezzo, tagliata dalla lombata di vitella”.
In Italia il significato che ha assunto la parola bistecca è molto diverso rispetto all’uso che se ne fa nei paesi anglofoni: letteralmente, infatti, la beefsteak è la fetta di manzo, e anche la più generica “steak” viene solitamente impiegata in riferimento alla carne bovina; in Italia, invece, la bistecca indica più la fetta che l’animale, estendendosi ad un uso generico che comprende, ad esempio, anche la fetta di cavallo, di maiale.
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